Ecco, ci siamo! Quello che nemmeno i più pessimisti e menagramo tra i sondaggisti, opinionisti ed esperti vari temevano, si è verificato. Dalle urne elettorali è venuto fuori il risultato peggiore che poteva sortire, con tre coalizioni che grosso modo hanno preso gli stessi voti, nessuna delle quali raggiunge la maggioranza al Senato. Il centrosinistra può contare su una comoda maggioranza alla camera solo grazie alle alchimie del porcellum, la peggiore legge elettorale di sempre, che questa volta ha ritorto i suoi malefici effetti contro il suo stesso creatore, che già quando nacque disconobbe la sua creatura definendola “una porcata”. Qui di seguito riporto alcuni dei termini del politichese più frequentemente adoperati in questi giorni convulsi che seguono le consultazioni elettorali.
INGOVERNABILITA’: uno spettro si aggira per L’Italia, anzi per l’Europa, visto che una volta tanto anche i problemi di casa nostra riverberano i loro malefici effetti sugli altri stati europei: ma non è il comunismo, ormai estinto, bensì l’ingovernabilità, lo stallo che prevedibilmente conseguirà al risultato dello spoglio. L’impasse governativa sta inquietando le borse europee, coi titoli, soprattutto quelli bancari, che subiscono perdite in continuazione e sta preoccupando non poco i sonni dei vari leaders d’Europa. Infatti l’unico presidente del consiglio gradito ai nostri partners d’oltralpe, il prof. Monti, ha rimediato una figuraccia che sicuramente lo metterà fuori gioco, anche se circola una voce incontrollata di una possibile prorogatio del governo in carica. Tra le ipotesi fantapolitiche più accreditate, si profila per loro la possibilità di dover interloquire nei prossimi mesi con un imbarazzante Bersani, sempre più spaurito e irrisolto, oppure addirittura con il demoniaco Grillo (orrore!) nei confronti del quale non si saprebbe da dove cominciare. Quasi quasi Merkel & co. stanno cominciando a rimpiangere Berlusconi, che almeno li faceva ridere, anche se tra mille imbarazzi. Possiamo star certi che stanno già tutti gufando per farci tornare al voto.
GOVERNISSIMO: tra le tante ipotesi di accordo per poter governare e così uscire dalla situazione di stallo (v. ingovernabilità) viene chiamata governissimo l’accordo – verso il quale più di tutti spinge lo stesso Grillo – tra il centro-sinistra e Berlusconi (inutile continuare a chiamare centro-destra quell’accozzaglia di mercenari che è riuscito a mettere insieme ed a farle ottenere le preferenze di un terzo circa dei votanti). La differenza dall’inciucio (v. la voce in Glossario 2), per la verità assai labile, è che l’accordo non è solo limitato a singole piattaforme relative a due-tre punti al massimo sui quali andare ad un voto congiunto, ma è finalizzato a governare, anche se per un periodo limitato e con un programma ridotto. Avete notato come quanto più le soluzioni fanno cagare, tanto più per definirle si ricorre ai superlativi assoluti? Morale: il significato grammaticale è inversamente proporzionale a quello politico (da cui si trae l’insegnamento che grammatica e politica sono antitetici).
SMACCHIARE IL GIAGUARO: è stata la metafora cult di queste elezioni, coniata dal re delle metafore, quel Gianluigi Bersani che, spronato dall’irresistibile imitazione di Crozza, lo ha superato in volata ed ha iniziato a proporre l’imitazione di sé stesso, ovvero la parodia del clone inventato dal comico genovese. E così è andata a finire che non solo il giaguaro non è stato affatto smacchiato, perché mr. B. ha recuperato buona parte dello svantaggio iniziale fino a pareggiare, ma correndo dietro a falsi avversari l’ineffabile Bersani si è completamente dimenticato del suo vero, principale, attuale nemico, quell’altro comico genovese assai meno tenero con lui, il cui movimento si è classificato al primo posto tra i partiti più votati, e adesso lo sbeffeggia rifiutando sdegnosamente ogni proposta di accordo che quello gli rivolge e riempiendolo di insulti quali: stalker politico, morto che cammina e altre “carinerie” del genere.