Alberto Trincucci, in collaborazione con le aziende produttrici del Cacc’e Mmitte Doc: Alberto Longo, L’Agricola Paglione, La Marchesa, La Motticella – Paolo Petrilli
sono lieti di presentarvi il primo ed unico
Cacc’e Mmitte Festival
a Lucera, Palazzo D’Auria Secondo, dove per quattro giorni, 5, 13, 14 e 15 settembre si alterneranno la musica, il teatro e l’enogastronomia.
Ricorda Alberto Trincucci, ristoratore lucerino nonché agitatore culturale innovativo e coraggioso, che una sera, mentre sorseggiava un bicchiere di Cacc’e Mmitte con lo sguardo perso davanti al monitor del televisore acceso, gli è presa come una folgorazione. La mattina seguente ne parla col suo innato entusiasmo ai principali produttori locali che si fanno immancabilmente contagiare e così nasce il primo Cacc’e Mmitte Festival, che nei giorni successivi prenderà man mano forma fino ad assumere quella attuale che sta per partire.
Ci voleva un giovane (Alberto è poco più che trentenne) nato dopo l’attribuzione della DOC, che risale al lontano 1973, più sensibile di tanti altri che l’hanno preceduto e che pur avendone la possibilità non hanno mai concretizzato alcunché, per riuscire a riunire insieme tutti i produttori rimasti del noto vino (la Cantina Cooperativa Svevo di Lucera purtroppo proprio quest’anno ha chiuso miseramente i battenti, interrompendo una produzione pluridecennale) ed ideare una manifestazione che valorizzi adeguatamente il territorio di produzione e una delle poche eccellenze che la città di Lucera può far valere al di fuori dei suoi confini.
Sono tante, e molte volte spurie, le spiegazioni che più frequentemente si danno all’etimologia di questo nome tanto bizzarro, molte frutto della fantasia cialtrona dei locali. In realtà il cacc’e mmitte altro non è che il nome di un metodo di vinificazione in uso nel passato: i proprietari dei palmenti, le vasche per la pigiatura dell’uva, davano in affitto le attrezzature per la lavorazione a chi possedeva un vigneto di piccole dimensioni e non aveva la possibilità di trasformare l’uva in vino. Le operazioni dovevano terminare entro la giornata di fitto per lasciare il posto al vignaiolo successivo. Da qui il nome: un affittuario toglieva (Cacc’) il mosto appena pronto, mentre l’affittuario successivo versava (e Mmitte) nelle vasche la propria uva.
Il Festival proietta le dinamiche produttive del Cacc’e Mmitte in una dimensione di spettacolo: sul palco-palmento, allestito nel cortile Del Palazzo D’Auria Secondo si alterneranno musicisti jazz di chiara fama, navigati attori di teatro, selezionatori eno-gastronomici pluristellati, il tutto legato dal fil rouge del Cacc’e Mmitte e accompagnato dalla degustazione di prodotti tipici, che non guasta mai.
“Vino e cultura viaggiano sullo stesso binario, perché il vino è frutto della nostra terra”, dichiara un vulcanico Alberto Trincucci all’addetta stampa della rassegna, Danila Paradiso, mentre il logo della manifestazione è stato affidato a Giuseppe Petrilli, che nel campo della grafica (e non solo) è più che una sicurezza.
E così, leggiamo sulla brochure, come in un palmento, sul palco si avvicenderanno diversi artisti. Si parte giovedì 5 settembre con Aspettando il Cacc’e Mmitte Festival che vedrà protagonista la Rimbamband che ormai si può ritenere resident artist a Palazzo D’Auria Secondo, che presenterà il nuovo spettacolo intitolato: Il Sol ci ha dato alla testa.
Si entra nel vivo del Festival venerdì 13 settembre con Four Friends in Bari quattro fuoriclasse del jazz italiano: Fabrizio Bosso (tromba), Guido Di Leone (chitarre), Giuseppe Bassi (contrabbasso) e Mimmo Campanale (batteria).
Il Festival continua sabato 14 settembre con la poliedrica Carmela Vincenti che presente Donne molto occupatissime, un excursus di ritratti e profili femminili, ironico e graffiante alla sua maniera. La piéce è quanto mai in tema col prodotto sponsorizzato, come dimostra la seguente dichiarazione dell’autrice: “Fra umorismo molto acetato e qualche nota di fondo piuttosto amara, il mio bouquet di donne si presenta alla degustazione corposo e forte di essenze agrodolci, direi, alcolico quanto basta”. E ho detto tutto, chioserebbe Peppino De Filippo.
L’ultimo appuntamento del Cacc’e Mmitte Festival è domenica 15 settembre con Paolo Parisi, allevatore, pastore, gourmet, inventore, uomo simbolo di una qualità quasi perduta. È un selezionatore di cibi e di vini da abbinare, ma è soprattutto un creativo, nel senso che crea cose buone.
Marika Maggi la combattiva p.r. della Cantina La Marchesa, uno dei produttori presenti alla rassegna, dichiara: “Per noi il Cacc’e Mmitte è un’identità territoriale e dobbiamo sentirci tutti partecipi di questa identità, insieme possiamo superare tanti piccoli ostacoli per difendere e proiettare all’esterno un’immagine territoriale forte”.
Chiudiamo con gli auspici di un altro dei produttori che interverranno all’iniziativa, Paolo Petrilli dell’omonima azienda: “ dicevano che il vino al sud non si poteva fare. Noi, insieme ai salentini e ai campani, abbiamo dimostrato che il vino buono si può fare benissimo anche al sud, ma è necessario mettersi insieme, fare sistema per creare iniziative condivise. Questo è solo un inizio, bisognerebbe cercare di far rinascere il consorzio del Cacc’e Mmitte”. Per concludere con un appello alle istituzioni: “non vorrei un finanziamento ma strade percorribili, monumenti aperti e fruibili, aree comuni curate”.
Perché la promozione di un territorio e dei suoi prodotti passa anche da qui.
Tutto questo e molto altro, con tutti i dettagli della rassegna potrete trovarli sul profilo FB del festival, al seguente indirizzo web: www.facebook.com/Cacc’eMmitteFestival.