feb 06, 2014 | Post by: admin Commenti disabilitati

IL PROFUMO DEI BISCOTTI FATTI IN CASA di Antonella Corna

 

Ricordate quanto erano buoni i biscotti fatti in casa dalle vostre nonne?

Corposi, fragranti, perfettamente dorati e così grandi che quando l’inzuppavi nel latte non finivano mai!

E ricordate quel profumo unico di limone e vanillina, la spianatoia grande con la farina a fontana di proporzioni vulcaniche e dentro tutto l’amore e l’esperienza delle vere donne di una volta, rubiconde e serene, col grembiale ben calzato su forme generose e prive di artifizi.

Quelli sì che erano biscotti!

…Ricordi di una fanciullezza beata illanguidiscono il mio sguardo, strappandomi un sospiro subito captato dalle mie figlie:  «Dai mamma, li facciamo?»

In preda a un entusiasmo infantile corriamo a cercare la ricetta. Scartabello un antico quaderno ormai sdrucito e trovo finalmente la ricetta della nonna dei “Biscotti Paesani di Villa”:

15 uova – 80 gr di ammoniaca per dolci – 1 Kg di zucchero – 2 bicchieri di olio – ½  litro di latte – 2 bustine di vanillina – 2 bucce grattugiate di limone – farina quanto basta.

Immediatamente conveniamo che sono dosi ciclopiche e vanno riviste.

…Già, un tempo quando mia nonna faceva i biscotti ci sfamava più famiglie. E poi si cucinavano nel forno a legna comunale, che le donne del paese accendevano tre volte a settimana per fare pane, pizze e biscotti. Ognuno doveva prenotarsi in una fascia oraria, a seconda dei turni di cottura e del numero di teglie da infornare. A casa mia, per ogni infornata, almeno tre vassoi venivano regalati. Mia nonna mi dava la comanda: «Uno lo porti a zia Bettina (che ha il negozio di alimentari e ci tratta), un altro a zia Fioretta (che ieri ci ha regalato i ceci e le uova fresche) e un altro, passando, lascialo alla comare Beatrice (che è come una sorella e siamo cresciute insieme durante la guerra!)»       

…Oggi i biscotti li compri al supermercato ed hai un’ampia scelta: al cioccolato, alle nocciole, al miele, integrali, senza glutine, senza zucchero, senza latte e derivati, senza uova…senza sapore.  Quelli della nonna, invece, riempivano le strade di profumo e il cuore di gioia. Le narici si riempivano di fragranze caserecce e le papille gustative erano in spasmodica attesa. Sì, perché bisognava aspettare…!

Dovevi prima passare per lo stordimento, non quello causato dai morsi della fame, ma quello pungente dell’ammoniaca per dolci, che rendeva friabili i biscotti più di un qualsiasi lievito moderno…

«Mamma, ce l’abbiamo l’ammoniaca per dolci?» – No, ma se andate al negozietto dietro casa la vendono senz’altro. Vi và di farci un salto?

Prese dall’entusiasmo dell’antica ricetta, non se lo fanno ripetere due volte ed io ne approfitto per regolare le dosi e cominciare ad impastare prima che la casa si trasformi in un campo di battaglia.

- Vedrete che buoni questi biscotti! Ecco, adesso diamo loro una bella forma e li inforniamo a 200° per una ventina di minuti -.

Ma il forno di casa mia non è come quello “comunale” del paese di mia nonna, che si trovava in una graziosa piazzetta di un villaggio abruzzese, vicino ad una fontanella, entrambi crollati con l’ultimo terremoto aquilano.

La mia cucina, per quanto ampia da fare invidia a ogni “abitabile” aggettivo, di certo non è posizionata nel bel mezzo di una piazza e l’odore acre dell’ammoniaca non si sperde nell’aria, mischiandosi alle fragranze delle precedenti cotture; al contrario,  ti si insinua nel naso in modo pernicioso e ostinato e non va via malgrado l’apertura da congestione (visto il periodo invernale) di balconi e finestre.

«Che puzza! Che schifo! Che è questo odore! Non ci potevi mettere il lievito? Ci fai intossicare!»

- Saranno buonissimi, vedrete! L’ammoniaca li rende fragranti! – dico (poco convinta anch’io), cercando  di calmare l’atmosfera che sta diventando irrespirabile sotto vari aspetti…

- E poi questi biscotti sono privi di additivi e conservanti, sono genuini e non contengono oli vegetali, né conservanti, né aromi strani, né grassi idrogenati, né ingredienti contaminati o scaduti, nè…

«Sì, ma se non contengono niente non sanno di niente!» sbotta la minore spazientita dall’attesa, dagli spifferi e dall’imprevisto inconveniente odoroso. «E poi se lo vuoi proprio sapere quelli comprati sono più buoni!»

«Dai, mamma, non ti offendere» – interviene la primogenita a mediare, «i tuoi biscotti sono molto buoni…mmhh…» e ne addenta uno bello grosso dopo averlo spalmato a doppio strato di nutella (forse per migliorarne il gusto?…chissà…),  «ma non puoi pensare che quelli comprati siano pericolosi per la salute, altrimenti le industrie dolciarie verrebbero  chiuse!»

…E questa, certo, è una incontrovertibile verità o, per lo meno, così dovrebbe essere realmente, non vi pare?