mag 25, 2016 | Post by: admin Commenti disabilitati

SE PROPRIO DEVE SUCCEDERE di Luciano Ciavarella

 

In questi ultimi giorni, attraversando uno dei periodi meno propizi della mia esistenza, giocando a nascondino con me stesso, ho pensato che in effetti la vita non è eterna e che di sicuro anche per me, così come per ogni bipede che calca il globo terracqueo, arriverà il momento dell‘addio.
Fin qui tutto normale, penso che accetterò l’ultima sentenza con rassegnazione, l’unica cosa che di sicuro mi renderà insopportabile l’evento di certo sarà la modalità dell’accadimento.
Lo so, lo so che non ci è dato scegliere come e quando passare a miglior vita . . . che poi, che cazzo di modo di dire “miglior vita”, come se davvero il nulla fosse migliore del tutto, ma per un attimo mi è piaciuto fantasticarci su e immaginando di essere dotato di superpoteri, come quelli di chi tutto può, ho provato a scegliere il modo e la maniera in cui dare l’addio a tutti voi, miei piccoli amici di viaggio.
Opzione numero uno. Chiudersi in casa con un gruppo di amici e mangiare e bere a crepapelle
per celebrare l’avvenimento così come si fosse a un matrimonio . . . ma ci hanno già pensato, addirittura al cinema, La grande abbuffata, indimenticabile opera di Marco Ferreri e poi . . . chi mi garantisce che non sopravvenga il tutto fra mille spasmi e dolori? Meglio lasciar perdere.

Opzione numero due. Chi di noi non ha mai pensato, almeno una volta nella vita, di abbandonare tutto nell’attimo esatto in cui si prova uno dei massimi piaceri che ci è dato di provare fra le braccia della persona amata o perlomeno, fra le braccia di chi in quel momento ci sta regalando gioia infinita? Beh, penso un po’ tutti ci abbiamo fatto un pensierino, ma l’ossimoro, la contraddizione del fatto in se è già alla porta della nostra coscienza e bussa violentemente . . . insomma , andarsene “venendo” non sarebbe proprio il massimo della coerenza. Scartata anche questa.

Opzione numero tre. Che bellezza, che meraviglia le coste della nostra amata Italia in estate, al tramonto, quando le spiagge si svuotano e il sole si tuffa in acqua emettendo, per chi è capace di vederlo, quel raggio verde che diventa il segnalibro di passaggio fra il giorno e la notte estiva. Ecco, questa mi piace e mi sono immaginato così . . . sdraiato sulla battigia, a godermi lo spettacolo, fumando l‘ultima sigaretta e sorseggiando l‘ultima goccia di prosecco. Insomma, cari amici e
amiche, auguro a me e a voi ancora cento anni di splendida vita, ma per quel che mi riguarda ,penso di aver scelto, alla fine, la fine che mi merito, perché anch‘io, come il grande e mai dimenticato Lelio Luttazzi, voglio morire abbronzato.
E allora, amici oblomoviani . . . tutti al mare