”Alla fine si é buttato dal balcone…e non fingeva: se il collega non l’avesse preso per le caviglie…
E’ cominciato con un tamponamento: il furbo prova a scappare ma il danneggiato lo insegue, gli taglia la strada e cerca di fermarlo. Il ganzo scende e gli mena: niente, il merlo non molla; allora lo sciagurato riscende e gli mena peggio: quello non smonta manco col cazzo, ‘na capatosta che lo segue fino sotto casa e ci chiama.
Entriamo, flagranza di reato, possiamo; giacché ci sono, mi guardo attorno…”
Così, come per empatia con quello che sta raccontando, comincia a guardare distrattamente su mensole e scaffali del laboratorio: tutto bianco, nuovo, pulito. Si può tenere una farmacia anche senza mai usarlo il laboratorio, ed é più o meno il nostro caso: giusto qualche preparazione di minoxidil, che non é cosa complicata; basta diluire la spessa polvere bianca in una soluzione idroalcolica.
Personalmente, anzi, scendo in laboratorio solo quando ho questa gran rottura di palle delle pesate: robetta che sequestrano di notte ai ragazzini. Le divise fra l’altro le vedo quasi soltanto in queste occasioni, che se li chiamo perchè un ubriaco tira bottigliate contro la vetrina o “non c’è la macchina” o si presentano dopo mezz’ora, quando l’emergenza è terminata e l’ubriaco o è riuscito ad estorcermi l’agognato cicco di Minias o mi ha fatto tangere il codice penale.
Dici che potrebbero comprarsela una cazzo di bilancina? Certo, e poi, chissà quante ne sequestrano e ne tengono in custodia… é che da me vogliono anche un bigliettino con scritto il peso certificato, il timbro della farmacia e (gli piacerebbe) una mia firma a garanzia…garanzia ‘sta cippa di minchia: te lo immagini che esco dalla farmacia la mattina e mi metto a fare su e giù per tribunali! Pare vero…
Ma infatti vengono sempre di meno, giacchè spesso baccaglio…’sticazzi, sto a casa mia, vieni a scassarmi i santissimi alle 4 del mattino per 300 mg. di hashish (praticamente, il ritaglio di un’unghia!), baccaglio eccome…
Gli faccio, la volta dei 300 mg:
- “ma che, adesso procedete per questa fesseria?”
Momento di imbarazzo…certo che avrebbero “proceduto”…
- “…no…facciamo solo il ritiro della patente…”
Capadiminchia! E’ comunque un procedimento penale, rifai l’esame di guida, fai analisi controllate per sei mesi, o un anno, ‘na cosa del genere… tutto, per cosa? Per la guida “in stato di ebbrezza”?
Per niente. Mettono i ragazzini in stato di fermo perchè li trovano IN POSSESSO di (infime) quantità di hashish, e questo non certifica che l’abbiano fumato e si siano poi messi alla guida; esami del sangue non ne fanno: a questa maniera, per coerenza logica, a me dovrebbero ritirare la patente tutte le volte che vado a fare la spesa…fra birra, vino, grappe e prosecchi riempio un intero portabagagli!
Un furbone della madonna una notte mi fa aprire e mi porge, da pesare, un mucchietto…di tabacco!
- “Ma ha visto che questo è tabacco…”
Sguardo furbo e tagliente (“a me non la si fa!”):
- “Eh, tabacco…annusi…”
- “L’ho capito che ci hanno mescolato un’unghia di una qualche merda, ma non si aspetti che io le traduca il peso del tabacco in peso di hashish!”
Trasmutazio, stupefazio… altro che ferro in oro…
Le pesate…ma quasi non vengono più: a saperlo che sono così sensibili, avrei baccagliato da prima.
Adesso capita comunque che suonino, alle 4 del mattino:
- “Tutto a posto?”
Tiro il fiato, trattengo l’espirazione che passerebbe pericolosamente dalle parti delle corde vocali:
- “(ma santiddio – omissis -) se è chiuso, non c’è nessuno davanti alla porta…sì, va tutto bene, tuttappost…”
- “Eh, ma noi dobbiamo comunque controllare…”
Già, qualcosa a verbale va messa…si fa il giro delle situazioni tranquille, si acchiappa il ragazzetto che si fa le canne, si evitano le bottigliate.
Ma intanto che mi dedico alle reminiscenze ponderali, il genio delle indagini, qui, si massaggia le gengive con il polpastrello dell’indice, dopo averlo strofinato sul piano del banco… e già, mi tocca subire l’indagine estemporanea… devono aver fatto cadere qualche granello di minoxidil senza poi pulire alla perfezione ed il parrocchetto Poirot, qui, già pregusta i titoli:
“L’eroico parrocchetto Poirot sgomina con le sue sole celluline grigie un criminale traffico di cocaina gestito da insospettabili e avidi farmamostri!!!”
Occhiello: “E chi si credono di essere, gliela do io la laurea, ’che la mia scuola è la strada”.
Dopo aver allarmato invano il proprio sistema immunitario, riprende il racconto:
- “…quindi mi guardo attorno…”
(ma dì pure che ti metti a frugare nei cassetti)
- “…e ti trovo ‘sta roba”
E indica con cenno del capo, e simulata modestia, il piccolo involto che ha poggiato sul banco.
Vediamolo, il frutto del lavoro notturno e diuturno: lo vedo.
Mi aggrappo al banco, stringo forte ed espiro con calma:
- “E questa roba che sarebbe?”
- “Eh…una pianta di marjuana!”, il didattico…
La pianta in questione è un aborto da vaso della lunghezza di un gambo di sedano e lo spessore di un ferro da calza: contenuto in tetraidrocannabinolo, praticamente, zero.
Adagiata sulla frasca alinfea c’è una minuscola bustina di plastica trasparente, con una leggera patina bianca all’interno, che costituisce un vago ricordo di una volta che il poraccio si è potuto permettere il lusso di una pippata.
Riepilogo la situazione col legale persecutore:
- “Quindi, tampona e non si ferma; potrebbe capitargli la personcina prudente che si accontenta di prendergli la targa, invece incappa in un testardo masochista che lo insegue: scende, gli mena, riparte ma quello intigna a seguirlo fino ad essere menato di nuovo; e niente, quello ancora non molla e lo segue fin sotto casa.
Poi arrivate voi a nasare in giro ed il poraccio si ritrova imputato per possesso di sostanze stupefacenti, perchè é disordinato e si è scordato in un cassetto una bustina con un residuo infinitesimale di roba; produzione di cannabis, perchè per sfizio in un vaso ha piantato la canapa presa dai semini del cardellino; sommato il tutto all’aggressione, magari con lesioni personali, fa una condanna a 10 anni di carcere, forse 15.
Ecco, forse pure io mi sarei buttato dal balcone…”
- “Ed invece l’abbiamo tirato su. E adesso vado all’ospedale a vedere come sta il collega…”
- “…perché, ci è caduto lui poi dal balcone?”
- “Nooo….é che fra andare, tornare per prendere carte, moduli è cascato dalla moto:
gliel’avevo detto, no? Nottata demmerda…”.